IL PIANO E LE TRADIZIONI: la festa di MARIA SS DELLA BRUNA.

Facciate rinascimentali e barocche si aprono su cisterne dell’VIII secolo, trasformate in abitazioni. Alcuni degli ipogei presenti nei Sassi di Matera, sono stati scavati a più riprese fino agli anni cinquanta, altri murati e dimenticati, nascosti nei fianchi della collina. Il Palombaro lungo, l’immenso serbatoio d’acqua sotto piazza Vittorio Veneto, ha delle sezioni costruite tremila anni fa, mentre le più recenti sono del 1700, tutto questo fa parte del Piano della città di Matera.

Piazza Vittorio Veneto, in passato denominata Piazza Del Plebiscito, era conosciuta anche come “piazza della Fontana” per la presenza della grande “Fontana Ferdinandea”  monumentale, realizzata nel 1832 per raccogliere le acque provenienti dalla soprastante collina del castello “De Montigny”.

Lungo il Piano è possibile visitare alcune delle Chiese più belle ed importanti della città:

  • Chiesa di San Giovanni Battista, costruita nel 1233, anch’essa in stile romanico. All’interno, a tre navate, vi è una grande volta a vele rifatta nel 1793, anno in cui furono effettuate diverse modifiche per preservare la staticità della chiesa, bei capitelli di tipo pugliese che ornano le colonne con figure antropomorfe, zoomorfe e vegetali, ed un’imponente abside
  • Chiesa di San Domenico, fu costruita insieme al convento a partire dal 1230 in stile romanico pugliese. Molto bello il rosone con intorno quattro figure a rilievo raffiguranti un telamone, due figurine ai lati, ed in alto l’Arcangelo Michele. Al centro del rosone un cane con la fiaccola in bocca, simbolo dei domenicani. L’interno, a tre navate con altari laterali e con una cupola emisferica a cassettoni, è stato rimodernato nel 1774; fra le opere conservate all’interno c’è la Crocifissione con san Domenico, realizzata dal Pietrafesa nel 1653.
  • Palazzo dell’Annunziata, palazzo settecentesco sito in Piazza Vittorio Veneto, ha dapprima ospitato il convento delle Domenicane, per poi diventare tribunale nel 1865 e ancora la scuola media. Oggi l’edificio che domina la piazza centrale di Matera è sede della Mediateca e della Biblioteca Provinciale oltre a ospitare il Cinema Comunale.
  • Ipogei di piazza Vittorio Veneto, situati sotto la piazza principale della città e tornati alla luce da pochi anni, contengono oltre a numerosi ambienti ipogei anche un’antica cisterna, detta il Palombaro lungo, ed una torre facente parte delle mura che anticamente dovevano essere a ridosso del Castello Tramontano.
  • Fontana ferdinandea, restaurata dal re Ferdinando II di Borbonenel 1832, era originariamente posta ai piedi della collina del castello e raccoglieva le acque provenienti da quella collina. Dopo la seconda guerra mondiale, esaurita la sua funzione di approvvigionamento, fu trasferita all’interno della villa comunale. Nel mese di aprile del 2009 è stata riportata nel suo luogo originario in piazza Vittorio Veneto

Le altre Piazze che compongono il piano sono:

Piazza del Sedile: già “Piazza Maggiore” utilizzata nel XIV sec.  come piazza del mercato e circondata da  magazzini, osterie e  botteghe, nel 1550  viene sistemata per  ospitare gli  uffici del governatore, le carceri  cittadine, e il palazzo municipale o “sedile”.

  • Palazzo del Sedile, situato nella centrale Piazza Sedile, è stato costruito nel 1540, ristrutturato nel 1759, è la sede del Conservatorio di Musica “Egidio Romualdo Duni” e dell’Auditorium Gervasio. La facciata presenta due torri campanarie ed è ornata da sei statue. Affacciato alla medesima piazza si trova inoltre il Palazzo del Governatore, risalente al XVII secolo, prima sede della Regia Udienza di Basilicata. I suoi sotterranei furono adibiti a carcere della città. Oggi è sede di un albergo.
  • Chiesa di San Francesco d’Assisi, ricostruita quasi completamente nel 1670in stile barocco. Rilevanti sono la facciata esterna in stile tardo barocco, mentre al suo interno vi è l’antica cripta dei Santi Pietro e Paolo, che conserva un affresco raffigurante la visita ai Sassi di Matera del papa Urbano II nel 1093. Rimarchevoli, inoltre, sono i pannelli di un polittico smembrato di scuola veneta variamente attribuito a Bartolomeo Vivarini o a Lazzaro Bastiani.
  • Chiesa del Purgatorio, costruita nel 1747in stile tardo barocco, presenta una facciata con decorazioni sul tema della morte e della redenzione delle anime. Notevole il portale in legno diviso in 36 riquadri che riporta in alto i teschi di prelati e regnanti ed in basso quelli di comuni cittadini. All’interno, a croce greca, vi è una cupola ottagonale.
  • Chiesa di Santa Chiara, fu costruita alla fine del XVII secoloinsieme agli attigui locali che ospitarono dapprima l’ospedale, poi il convento delle clarisse ed infine i locali del museo archeologico nazionale “Domenico Ridola”. La facciata, ricca di decori, presenta un lunettone nella parte superiore ed in basso il portale con ai lati due semicolonne e due nicchie con statue di santi. L’interno è ad una navata.

Piazzetta Giovanni Pascoli: Situata a sinistra del seicentesco Palazzo Lanfranchi, Piazzetta Pascoli prende il nome dal poeta italiano Giovanni Pascoli, che proprio a Matera, tra il 1882 e il 1884, ha dato inizio alla propria carriera di insegnante di latino e greco. È il punto da cui si gode una delle più belle viste panoramiche sui Sassi di Matera.

IL FOLKLORE: LA FESTA DELLA BRUNA

Distruzione del Carro Trionfale di Maria SS della Bruna

Il giorno della Madonna delle Grazie, il 2 luglio, la città di Matera porta in festa la sua Patrona: SS Maria della Bruna.

Tante sono le leggende che si raccontano nei Sassi di Matera su questa festa.
Una di queste narra di una ragazza sconosciuta, apparsa ad un lavoratore della terra al rientro verso i Sassi di Matera. La fanciulla chiese al buon uomo un passaggio sul suo carro e questi, dopo averla accompagnata fino alle porte della città, nei pressi della chiesetta di Piccianello, la vide trasformarsi in statua. La Vergine salutò quindi l’incredulo contadino sussurrandogli queste parole: “E’ così, su un carro addobbato, voglio entrare ogni anno nella mia città”.Per questo motivo il Conte Tramontano, allora signore di Matera, promise alla città tutto il necessario per lo svolgimento della Festa in onore della Santa patrona, persino un carro nuovo ogni anno. I materani per mettere alla prova il mal sopportato tiranno, assaltarono il Carro trionfale costringendo il Conte a mantenere la promessa fatta. Nasce così una delle storie più antiche al mondo che ha più di 600 anni.

La festa, in uno straordinario insieme di sacro e profano, inizia alle cinque del mattino con la processione dei pastori, con il quadro della Vergine portato in tutta la città ed annunciato da file di botti esplosi in segno di festa. In tarda mattinata la statua della Madonna viene portata in processione dalla Chiesa di San Francesco d’Assisi  alla parrocchia di Piccianello dall’arcivescovo con tutto il clero al seguito. Sfilano inoltre per accompagnare la Vergine i “cavalieri” della Bruna, più di 90 cavalieri con le corazze di un tempo.

l tradizionale carro è realizzato in cartapesta per essere montato sulla struttura motrice, ed è trainato da quattro coppie di muli. Nella città l’arte della cartapesta è praticata da secoli. Il carro con la statua di Maria della Bruna percorre le vie centrali della città, partendo nel tardo pomeriggio dalla parrocchia di Piccianello ed effettuando il percorso inverso rispetto alla processione della mattina; giunto alla Chiesa di San Francesco d’Assisi compie tre giri della piazza in segno di presa di possesso della città da parte della protettrice, e subito dopo la statua della Madonna viene fatta scendere dal carro per essere deposta , comincia l’ultima parte del tragitto verso la centrale piazza Vittorio Veneto dove il carro verrà assaltato e distrutto dalla folla.
Nella tumultuosa discesa verso la piazza, il carro è scortato dai cavalieri della Bruna e da volontari che lo circondano per evitare che ragazzi impazienti lo distruggano prima dell’arrivo .Solitamente, il carro subisce l’assalto in corrispondenza della chiesa di Santa Lucia, proprio all’ingresso della piazza, non riuscendo quasi mai ad arrivare integro fino al centro della piazza. Gli assalitori tentano con grande irruenza di portare a casa un pezzo del carro come trofeo e come segno beneaugurante (il manufatto in precedenza viene benedetto dall’arcivescovo, perché su di lui la vergine giungerà in città) prima che ne rimanga solo lo scheletro. Il rito secolare si conclude così tra il tripudio generale, e l’anno successivo un nuovo carro verrà progettato e costruito. Questo è un rito collettivo di rinascita di rigenerazione antichissimo, per i materani l’anno nuovo è dopo tutto ciò. Si chiude un ciclo con lo “strazzo” del carro per iniziarne uno nuovo.

La festa della Bruna termina a notte fonda con l’esplosione dei fuochi pirotecnici che illuminano la Gravina ed i Sassi di Matera. “A mmogghjë a mmogghjë a quonn cj vahnë” (sempre meglio l’anno venturo), è l’augurio finale dei materani per una festa sempre più bella.

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